L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di norme più flessibili sul monitoraggio dei dipendenti quale parte del Jobs Act ha sollevato interrogativi circa un possibile effetto “Grande Fratello” nelle società italiane. Ma c’è stata una vera liberalizzazione di questi dispositivi?
Questo articolo è stato scritto a 4 mani con la mia collega Giulia Zappaterra che ha sollevato spunti veramente interessanti.
“Il vecchio regime sul monitoraggio dei dipendenti”
Lo Statuto dei Lavoratori ha sempre vietato il monitoraggio dei dipendenti. Ma di recente sia i tribunali che il Garante per il trattamento dei dati personali hanno adottato un approccio più flessibile in merito consentendo i c.d. controlli indiretti “difensivi” i.e. volti a proteggere gli interessi della società di fronte al sospetto di attività illecite eseguite dai propri dipendenti.
Su questa base, il Garante aveva anche adottato delle linee guida che fissavano dei paletti molto stringenti alle circostanze in cui questi controlli potevano essere eseguiti, richiedendo il previo accordo con i sindacati e l’adozione di una policy interna sia in caso, ad esempio, di monitoraggio delle email e della navigazione su Internet che di geolocalizzazione dei dipendenti.
“Cosa cambia oggi”
Nel tentativo di adattare il mondo del lavoro all’evoluzione tecnologica, il Consiglio dei Ministri ha abrogato la precedente previsione dello Statuto dei Lavoratori prevedendo che:
- gli strumenti il cui “unico scopo” è quello di monitorare i dipendenti erano e rimangono vietati,
- gli strumenti che hanno “anche” una finalità di monitoraggio dei dipendenti possono essere installati per finalità produttive e organizzative con il previo consenso dei sindacati, mentre e sta qui la novità!
- gli strumenti necessari per lo svolgimento dell’attività lavorativa e del controllo degli accessi possono essere installati SENZA il previo consenso dei sindacati.
“Quali sono le conseguenze di questo cambiamento?”
La reazione dell’opinione pubblica è stata contrastante perché i sindacati hanno gridato allo scandalo, mentre i rappresentanti dell’industria l’hanno considerata una evoluzione “naturale” dello sviluppo tecnologico.
Ma l’elemento decisivo della previsione è di comprendere quali sono i dispositivi “necessari” per l’attività lavorativa. Ad oggi infatti solo uno smartphone o un tablet sono spesso forniti ai lavoratori. Tuttavia in futuro l’esenzione potrebbe applicarsi ad esempio alle tecnologie indossabili e ai dispositivi dell’Internet of Things dati in dotazione per monitorare per esempio le loro condizioni di salute in caso non solo di lavori pericolosi, ma anche per diminuire i rischi di malattia e quindi migliorare l’efficienza lavorativa.
L’ambito dell’esenzione potrebbe quindi allargarsi quale conseguenza dell’evoluzione tecnologica?
“E quale è la reazione del Garante privacy?”
Il Garante non ha commentato sulla previsione. Il dubbio interpretativo, infatti, è se la nuova norma limiti gli adempimenti privacy alla mera fornitura di un’informativa oppure consenta al Garante di imporre ulteriori obblighi nel trattamento dei dati dei dipendenti tramite questi dispositivi come già accaduto in passato.
È probabile che l’intervento del Garante in merito non si faccia attendere, ma nel frattempo non siamo sicuri che il Grande Fratello possa già fare festa!
L'articolo Il Grande Fratello può controllare i propri dipendenti? è stato pubblicato originariamente su Tech Economy - The Business Value of Technology.